venerdì 17 aprile 2009

Non-luoghi o luoghi-non?

Leggendo l’ultimo post di Andreas mi sono tornati alla memoria alcuni approfondimenti fatti durante il corso con il Prof. Toschi riguardo alla differenza tra non- luoghi e luoghi-non.
Quando si parla di innovazione, si parla di discontinuità, di rottura con il sistema precedente e stravolgimento dell’identità di tutti i soggetti coinvolti. Questo salto di sistema porta con sé non pochi problemi, ma sono tutti questi problemi che devono essere considerati come luoghi- non, come sfide per trovare risposte diverse. Questi problemi, questi luoghi- non, sono spazi e tempi non da attraversare ma da vivere altrimenti diventano incomprensibili, diventano dei non luoghi vuoti di significato perché in essi non si trova più l’uniformità che ti dà la sicurezza di non sbagliare. Se si vuole cambiare bisogna operare delle scelte, dei rischi e questo comporta la consapevolezza che l’errore non diventi una sconfitta ma un’ulteriore opportunità di crescita nella costruzione della conoscenza.
Quando parliamo di nuove generazioni quello a cui noi adulti, genitori ed educatori, dobbiamo puntare è fare in modo che i non-luoghi, le risposte isolate che si cercano di dare ai vari problemi, possano diventare luoghi- non, esperienze cariche di condivisione di significato, esaltando in esse l’aspetto relazionale.
Le potenzialità del Web 2.0 possono essere delle grosse opportunità in questo senso in quanto danno importanza proprio alle relazioni , alle connessioni ed evitano di considerare Internet solo dal punto di vista quantitativo, uniforme, come accumulo di documenti ma ne esaltano le affordances relazionali.
E la scuola di oggi è un non-luogo o un luogo- non? Preferisco non dare una risposta unidirezionale a questa domanda, concludo questa mia riflessione dicendo solo che intravedo una speranza di cambiamento grazie anche al contributo di tutti coloro che come noi, studenti ed educatori cerchiamo di dare. Marina

martedì 14 aprile 2009

I CARE

Nell’ultimo incontro in sincrono, Andreas ha voluto sottolineare l’importanza della valenza umana che c’è in ogni lavoro nel quale ci si rapporta con gli altri, siano essi bambini, adulti, anziani. Sensibilizzare i futuri medici a non trascurare, nella loro preparazione, questo aspetto è senz’altro quello che fa di un formatore una persona eccezionale che antepone a qualsiasi competenza professionale quella di sapersi avvicinare all’anima della persona e di curare anche il suo modo di sentirsi, di essere , soprattutto se l'altro si trova in uno stato di dolore. Leggevo sul giornale di qualche settimana fa la nascita di “una libreria dell’anima” al Policlinico Gemelli di Roma nel Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente, diretto dal Prof. Giovanni Scambia: un ambiente accogliente dove poter leggere buoni libri, raccogliersi, alleggerire l’ansia connessa alla malattia. Questo, a mio avviso, significa fare in modo che competenza professionale sia sinonimo di TO CARE. Anche la Pasqua di quest’anno è trascorsa all’insegna di questo aspetto:c’è stato e c’è tanto dolore, ma c’è stato e c’è anche tanto amore, da parte di tutti, dalla persona più umile a quella più importante, uniti nella necessità di regalare un sorriso, come prima cura per ricominciare a sperare.
Della lezione I CARE ne facciamo tesoro anche noi educatori che lavoriamo nella scuola e, come i medici, ci rapportiamo tutti i giorni non con chi è malato nel corpo ma con chi sta crescendo come persona: anche a noi il compito di non far mai perdere la fiducia e la speranza di potercela fare. Lo scrittore Albert Camus diceva che si può vivere senza felicità ma non senza speranza e se non ci fossero più speranze bisogna inventarsele. Di questo dobbiamo esserne sempre convinti. Marina

mercoledì 25 marzo 2009

What's "Editing multimediale" for me?

Enjoy
Digital
Increase
Trust
Immagination
Need
Great
Vorrei esprimere quello che intendo per "editing multimediale" con parole chiavi che le singole lettere della parola "editing" mi richiamano in inglese e che trovano una loro realizzazione grazie all'utilizzo degli strumenti multimediali. E' innanzitutto un'esperienza positiva, divertente, piacevole perchè ti offre la possibilità di esprimerti grazie alle potenzialità digitali; accresce poi la fiducia nelle tue capacità e la consapevolezza che, a piccoli passi, anche tu puoi farcela e creare, attraverso la tua immaginazione e originalità, il modo migliore per condividere i tuoi bisogni: crescere insieme è veramente the best affordance che il web ti possa offrire.
Marina

venerdì 13 marzo 2009

That's me!

Mi chiamo Marina Clerici, ho 52 anni (next August) e insegno nella scuola Primaria come specialista di lingua inglese. L'inglese è sempre stato il mio "chiodo fisso" e "l'ho coltivato" sin dai lontani anni 60/70/80/90 and so on..... cominciando con le canzoni dei Beatles. Ho poi frequentato corsi di specializzazione in Italia e all'estero. Ultimamente mi sto interessando al CLIL che è quella metodologia innovativa che si prefigge di insegnare non solo la lingua straniera ma, attraverso essa, altre materie. "Using languages to learn and learning to use languages": this is the motto of CLIL. Nella scuola Primaria il CLIL è ancora poco praticato e sono contenta di "dare una mano" per diffondere e perfezionare questa nuova metodologia.
Andreas ci ha chiesto di creare un blog. "Perchè uno nuovo?" mi sono chiesta "riprendo quello creato due anni fa con un gruppo di colleghi della IUL nell'ambito di una ricerca collaborativa sul Parco del Ticino". Quindi , rieccomi qui con la voglia di scoprire, grazie a questo corso di editinig multimediale, le molte affordances che uno strumento come il blog porta con sé nel grande oceano della comunicazione on line. So ......go Marina go!