martedì 14 aprile 2009

I CARE

Nell’ultimo incontro in sincrono, Andreas ha voluto sottolineare l’importanza della valenza umana che c’è in ogni lavoro nel quale ci si rapporta con gli altri, siano essi bambini, adulti, anziani. Sensibilizzare i futuri medici a non trascurare, nella loro preparazione, questo aspetto è senz’altro quello che fa di un formatore una persona eccezionale che antepone a qualsiasi competenza professionale quella di sapersi avvicinare all’anima della persona e di curare anche il suo modo di sentirsi, di essere , soprattutto se l'altro si trova in uno stato di dolore. Leggevo sul giornale di qualche settimana fa la nascita di “una libreria dell’anima” al Policlinico Gemelli di Roma nel Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente, diretto dal Prof. Giovanni Scambia: un ambiente accogliente dove poter leggere buoni libri, raccogliersi, alleggerire l’ansia connessa alla malattia. Questo, a mio avviso, significa fare in modo che competenza professionale sia sinonimo di TO CARE. Anche la Pasqua di quest’anno è trascorsa all’insegna di questo aspetto:c’è stato e c’è tanto dolore, ma c’è stato e c’è anche tanto amore, da parte di tutti, dalla persona più umile a quella più importante, uniti nella necessità di regalare un sorriso, come prima cura per ricominciare a sperare.
Della lezione I CARE ne facciamo tesoro anche noi educatori che lavoriamo nella scuola e, come i medici, ci rapportiamo tutti i giorni non con chi è malato nel corpo ma con chi sta crescendo come persona: anche a noi il compito di non far mai perdere la fiducia e la speranza di potercela fare. Lo scrittore Albert Camus diceva che si può vivere senza felicità ma non senza speranza e se non ci fossero più speranze bisogna inventarsele. Di questo dobbiamo esserne sempre convinti. Marina

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