mercoledì 28 febbraio 2007

animali della mitologia

CERBERO
Cerbero è forse una delle figure più famose della mitologia e della letteratura classica, usualmente viene rappresentato come un enorme cane tre teste, ma secondo la leggenda egli possiede dalle cinquanta alle cento teste, coda di drago e teste di serpente che corrono lungo la spina dorsale come una specie di criniera ed emetteva terribili latrati. Sempre secondo la mitologia greca è figlio d’Echidna e Tifone (quindi in qualche modo “fratello” della chimera), ed era stato scelto come guardiano degli inferi da Plutone, che n’era il sovrano assoluto. Il mostro consentiva a tutti gli spiriti di varcare la soglia, ma vietava l'ingresso ai vivi e non permetteva a nessuno di andarsene. Per questo suo compito era temuto da tutti gli uomini che un tempo venivano sepolti con due monete come obolo per Caronte, il traghettatore del fiume che sta davanti alle porte dell’Ade, e con un dolce al miele per placare Cerbero e passare indenni attraverso le porte dell’oltre-tomba.Nessuno lo ha mai sconfitto solo Ercole riuscì a domarlo e lo trascinò a Trezene, rimandandolo poi negli inferi. Molti eroi sia della letteratura classica sia di quella latina lo hanno superato grazie ad ingegnosi sotterfugi: il poeta e musicista Orfeo lo incantò grazie al suono della sua lira; da Enea con la focaccia preparata dalla Sibilla; e anche la giovane e bellissima Psiche riuscì a superare il custode dell’Ade lanciandogli una focaccia; tentarono anche Teseo e Piritoo cercando di liberare Persefone ma fallirono perché il guardiano si avvento su di loro. Nella più “moderna” “Divina commedia” Cerbero viene posto a guardia del girone dei golosi nell’inferno.


FENICE
Leggendario uccello dalla forma d'airone, la sua denominazione deriva da una parola greca che vuol dire "rosso" (fuoco).
Molti la descrivono come un volatile dalle piume variopinte, altri invece affermano che le sue piume sono d'oro.
Sulla Fenice, come su molti altri animali epici, ci sono svariate opinioni contrastanti... io, non sapendo a chi dare ragione, prendo in considerazione tutti i pareri, anche se così facendo forse il discorso non risulterà chiarissimo.Per alcuni la fenice si nutre solo della rugiada mattutina, per altri si nutre di incenso, mirra e cinnamomo.All'origine di questa leggenda c'è l'uccello Benhu che veniva venerato nel antico Egitto ed era considerato la prima creatura del mondo che poi si era impersonificata nel dio sole: Ra.
Nella mitologia greca e romana la Fenice simboleggia l'immortalità e la rinascita, mentre in quella orientale, in particolare in quella cinese, è simbolo di potere, integrità, lealtà, onestà e giustizia.
Nel Medioevo l'uccello che risorge dalle proprie ceneri, diventa parte della simbologia cristiana rappresentando la morte, la Rinascita e la vita eterna, in particolare la resurrezione di Gesù dopo tre giorni dalla sua morte.
Riguardo la questione delle ceneri, in molti dicono che la fenice, quando sente l'arrivo della morte, raccoglie molti rami secchi e pezzi di corteccia e li accatasta (la pira funebre) e li brucia per combustione spontanea.Da qui nascono due diverse ipotesi: 1) la Fenice rinasce dalle proprie ceneri impiumata e fragile, ma dopo tre giorni spicca di nuovo il volo e questo fatto si ripete ogni 500 anni; 2) La Fenice muore, ma nelle sue ceneri c'è un suo uovo che dopo poco si schiude lasciando volare una splendida Fenice, in questo caso il leggendario uccello vive per 1000 anni per poi ripetere lo stesso rituale. Se posso esprimere un mio commento personale io credo che la prima sia la più veritiera...

IPPOGRIFO
L’ippogrifo è una creatura nata nella mitologia greco-romana, esso viene rappresentato come una animale mezzo uccello mezzo cavallo: zampe posteriori e corpo di cavallo, testa, collo, ali e zampe anteriori d’aquila o di avvoltoio.
In araldica è rappresentato come una bestia per metà aquila e per metà cavallo.
Quest’essere è divenuto noto grazie al poema di Ludovico Ariosto “L’Orlando Furioso”, infatti, la storia narra che Orlando si innamori fino alla follia di Angelica, ma non è corrisposto. Allora il suo più caro amico Astolfo parte alla ricerca del senno dell'eroe. Da prima si reca da San Giovanni, in Paradiso, poi sulla Luna. Ma per raggiungere questo luogo ha bisogno di una cavalcatura adeguata al impresa e qui entra in scena l’ippogrifo che lo scorterà fino a raggiungere il nostro satellite. L'idea del connubio tra grifone e cavallo si trovava già nelle Bucoliche di Virgilio, in un passo che considerava questo incrocio come qualcosa di impossibile e assurdo, visto il leggendario odio tra i due animali. L'Ariosto, al contrario, crede che proprio da questo connubio sia nato l'ippogrifo ed infatti scrive:"Iungentur iam grypes equis": da oggi i grifoni si uniranno ai cavalli (Egloga VIII, 27). Nel poema dell’Ariosto l'ippogrifo trae elementi sia dalla figura di Pegaso che da quella del grifone, un incrocio tra leone e aquila.


GRIFONE
Il Grifone è un famoso animale fantastico per metà leone e per metà aquila: il corpo è di leone ma gli artigli, il volto e le ali sono di aquila.Nasce nelle leggende orientali dalla creatura mistica assira K'rub.
In oriente credevano che fosse il dominatore delle due sfere vitali: la Terra (per il corpo di leone) e l' Aria (per le ali di aquila).
In Grecia invece era abbinato alla vigilanza costante. Nella mitologia era la cavalcatura del Dio del Sole Apollo e sorvegliava l'oro degli Iperborei nell'estremo Nord. Fu usato anche per simboleggiare la Dea della vendetta, Nemesi.
Più tardi cambiò molto di significato, infatti ai tempi di Alessandro Magno arrivò a simboleggiare la Superbia.Nel Cristianesimo rappresenta in un primo tempo Satana poi, grazie a Dante, il grifone ritorna dalla parte "positiva", infatti il poeta lo descrive come essere dalla doppia natura divina ed umana come Gesù Cristo e questo perché il grifone domina sia la Terra che l'Aria. E' anche simbolo del Sole, tipico dei due animali che lo compongono.
Infine, rafforzando la sua immagine benigna, il grifone viene disegnato come nemico dei serpenti e dei basilischi, incarnazioni di demoni infernali.

CHIMERA
Chimera: creatura mitologica, raffigurata con testa di leone, corpo di capra e un serpente al posto della coda. Secondo la leggenda era figlia di Echidna, donna serpente, e del mostro infernale Tifone e “sorella” del guardiano degli inferi Cerbero. Fu uccisa da Bellerofonte con l’aiuto di diversi dei e del mitico cavallo alato Pegaso.
La Chimera compare spesso in incisioni medievali come personificazione delle forze sataniche. Nell’ antichità compariva anche in diversi stemmi di città come Corinto e Cizico. L’interpretazione più razionale del simbolo di questo triplice essere è come quintessenza dei pericoli della terra e del mare, soprattutto degli impeti del sottosuolo, quali esplosioni vulcaniche e terremoti.
Un'altra interpretazione del simbolo della Chimera è che rappresenti tre parti dell’anno: Il leone rappresenterebbe la primavera, la capra l’estate e il serpente l’inverno.
Per concludere, nel linguaggio odierno è simbolo di illusioni e utopie: <<>>

UNICORNO
Creatura mitica nata dalle ricerche dello studioso greco Ctesia (400 a.C.). Egli dichiarò di avere scoperto un animale fantastico con un unico corno sulla fronte dalle incredibili proprietà terapeutiche. In realtà Ctesia si riferiva al rinoceronte e non al candido cavallo cornuto che noi tutti conosciamo come Unicorno(=Liocorno), ma l'ignoranza della plebe e il passare della notizia di bocca in bocca fecero diventare la storia dell'unicorno un famosissimo mito...Nel medioevo erano in molti a cercare la leggendaria creatura dal candido manto, purtroppo però non era un essere facile da catturare. Si raccontava che era capace di usare il suo corno come una spada e uscire indenne da una, anche altissima, caduta usando sempre il suo fantastico corno per l'atterraggio.L'Unicorno è sempre stato simbolo di forza ma soprattutto di purezza e per questo l'unico modo per catturarlo (almeno così si racconta) era quello di utilizzare una vergine dall'animo puro, infatti l'animale, vedendo la fanciulla, si sarebbe avvicinato per poi addormentarsi sul suo grembo. In verità non esiste nessuna prova reale di una cattura effettuata con successo, fatto sta che però nel medioevo si credeva ciecamente nell'esistenza dell'unicorno.
Nella cristianità l'unicorno è utilizzato come simbolo del concepimento di Gesù Cristo da parte della Vergine Maria, ma anche della sua successiva morte sul crocifisso.Vi è anche una leggenda cristiana sull'Unicorno: alcuni animali assetati vagano in cerca di una sorgente dove abbeverarsi, ma quando la trovano scoprono che l'acqua è putrida ed avvelenata e quindi non la si può bere . Ormai stremati dall'accecante sete sembrano darsi per vinti, quando ad un tratto spunta dalla boscaglia una creatura magnifica col candido manto che sembra risplendere di luce propria, è l'Unicorno. L'essere fatato si avvicina alla fonte e immerge il suo lungo corno nell'acqua stagnante, facendo il segno della croce sulla superficie dell'acqua che come per incanto ritorna ad essere pura e limpida. In questo modo tutti gli animali assetati si salvano e la creatura si dilegua nel bosco...

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